19 Gennaio 2019
Oggi vi vogliamo presentare un tema che ci interessa molto: la plusdotazione.
Pochi conoscono questa tematica, vasta e articolata ma che risulta importante da approfondire.
Che cos’è?
«Si definisce plusdotazione intellettiva o iperdotazione cognitiva o, ancora meglio, alto potenziale cognitivo una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media».
Bene, capacità superiori alla media. E dove sta il problema? È questa la reazione di molti genitori, insegnanti e adulti in genere. Al giorno d’oggi sentiamo parlare spesso di bambini con deficit, disturbi, difficoltà nell’apprendimento, nella memoria, nello studio, ma anche nel comportamento e nelle relazioni con coetanei e il prefisso plus porta fuori strada.
Ma se ci fermiamo un momento a pensare, capiamo presto che si tratta di profili eccezionali, quindi doverosi di attenzione e riguardo specifico.
È difficile descrivere in maniera unitaria i bambini plusdotati; ciò che certamente accomuna tutti è la velocità neuronale: le sinapsi comunicano in modo immediato, molto più rapidamente dei cervelli “normali” e questo li porta ad apprendere all’istante, a diventare competenti nel giro di poco e ad annoiarsi subito ricercando continuamente stimoli nuovi e complessi.
Oltre alle capacità intellettive misurate attraverso i diversi test d’intelligenza, per parlare di plusdotazione è necessario includere anche la creatività, cioè la capacità di creare qualcosa di nuovo e di originale: il bambino ad alto potenziale infatti ha idee strane e bizzarre, ma nelle prove riesce bene, pur all’apparenza distratto. Si caratterizza anche per l’estrema curiosità: ama imparare, fa astrazioni e inferenze, osserva e memorizza; manifesta pareri e sentimenti in modo molto forte e diretto, ha una sensibilità estrema e preferisce la compagnia degli adulti a quella dei coetanei.
Perché ve ne parliamo?
Questa tematica oggi in Italia non è ancora così conosciuta come dovrebbe, visto che si parla del 5% della popolazione. L’alto potenziale richiede l’utilizzo di uno stile parentale, di un’educazione e di un metodo d’insegnamento particolare e specifico affinché i bambini trovino i giusti stimoli e siano messi nelle migliori condizioni per poter sviluppare appieno, e quindi esprimere, il loro potenziale.
Non è dunque sufficiente una conoscenza teorica, ma gli adulti a contatto con tali ragazzi devono possedere strumenti, tecniche e strategie pratiche per stimolarli e crescerli nel modo migliore, consentendo il loro sviluppo idoneo e positivo.
La scarsa stimolazione a casa, a scuola, ma anche nei contesti extra-scolastici come lo sport e le attività ricreative, porta il bambino ad abbandonare gli impegni per noia, anche se è promettente. Sul lungo termine, tale apatia sfocia in una generale perdita di interesse a imparare.
Anche a livello relazionale sorgono problemi: fatica a socializzare coi coetanei perché si estranea all’attività e mette in discussione, o al più non considera, l’autorità.
A livello emotivo ne conseguono ansia e impazienza già di per sé caratteristiche del plusdotato, a cui si aggiunge una bassa autostima visti i risultati scarsi degli impegni intrapresi. Ciò si manifesta anche nei comportamenti che risultano talvolta problematici.
Cosa stiamo facendo?
Non sempre i genitori sono tanto attenti da comprendere la straordinarietà del proprio figlio e tanto competenti da richiedere un intervento scrupoloso diagnostico e preventivo; inoltre, gli insegnanti sono spesso concentrati sulla differenziazione di programmi per bambini in difficoltà, ponendo in secondo piano quelli per ragazzi che risultano veloci nell’apprendimento. In tal senso, risulta quindi importantissimo un confronto con esperti e un percorso di formazione degli adulti che permetta loro di identificare i bambini ad alto potenziale, che spesso non sanno di rientrare nella categoria.
Abbiamo quindi creato un team di lavoro, formato da Psicologi, Pedagogisti, Psicomotricisti, Logopedisti, Neuropsichiatri…esperto sul tema, non in senso astratto, ma che si occupa di persone ad alto potenziale dalla fase di diagnosi, attraverso specifici test, alla creazione di programmi di sviluppo ad hoc, fino all’affiancamento e al supporto a insegnanti e genitori affinché si possano coinvolgere e seguire nel loro sviluppo e nella loro crescita.