Spesso la tematica della plusdotazione viene alla luce con l’ingresso alla scuola primaria: bambini considerati“svegli”, “avanti”, “con una marcia in più”, che hanno dimostrato particolari abilità nel linguaggio e/o nella memoria, che si sono distinti per la precocità nell’acquisizione delle abilità di letto-scrittura (anche in assenza di stimolazione esterna da parte del contesto), manifestano sintomi di disadattamento quando si trovano a dover stare ai ritmi della classe.

Le differenze che si possono riscontrare tra i bambini gifted li rende unici e pertanto qualsiasi generalizzazione e metodo standardizzato può essere potenzialmente un insuccesso se non si cerca di adattare la soluzione allo specifico caso.

Sarebbe quindi auspicabile da parte degli insegnanti, oltre ad una buona conoscenza delle peculiarità del funzionamento e dei bisogni dei bambini plusdotati, un’attenta osservazione in classe che permetta di vedere l’altro nella sua unicità e complessità, e imparare a riconoscere cosa c’è dietro i diversi comportamenti manifesti (noia, isolamento, irrequietezza, comportamento provocatorio, perfezionismo, …). Una volta compresa la specificità di quel bambino gifted, sarà possibile adottare una serie di accorgimenti metodologici e didattici che favoriranno lo studente nel processo di apprendimento e si avranno anche ricadute positive sulla sua autostima e riduzione, se non scomparsa, delle modalità disfunzionali adottate in precedenza.

In particolare, perché si possa sviluppare il talento e prevenire comportamenti disfunzionali, è necessario predisporre un ambiente favorevole, in grado di stimolare l’alto potenziale e definire strategie didattiche specifiche.

La nostra equipe propone incontri psicoeducativi, formazione specifica per una didattica funzionale per il bambino gifted e interventi su casi specifici.